
Ludmilla (*)
Giunsi a Ludmilla, portando i saluti del Gran khan. La città è dotata di
qualsiasi impianto che favorisca la quiete e il relax. Ovunque terme
tiepide attirano i passanti con caldi vapori che escono dalle strette
finestre dai contorni di perle; piscine dove modelli e ragazze d'ebano,
pagati dal reggente, si tuffano e godono del sole mostrando i loro bruni
corpi ; squisise birrerie dove si taglia la schiuma con maceti d'argento.
Locande del sonno dove viene offerto dell'oppio di pregevole qualità.
Perfino, nelle vie che si nascondono, case del piacere dove ogni fantasia
erotica viene analizzata, studiata, arricchita e soprattutto consumata.
Ludmilla è la città degli ambasciatori. Qui si recano i diplomatici per discutere trattati commerciali, definire i confini, trattare diatribe secolari e perfino risolvere conflitti decennali. I diplomatici di Ludmilla sono bellissimi, uomini e donne che curano l'aspetto, la conversazione, la filosofia fin dalla nascita.
Non è raro venire a conoscenza di una guerra evitata grazie a una accesa discussione tra i due nemici nel letto del piacere oppure apprendere che tutti i finanziamenti per la guerra nella tal nazione saranno invece destinati ai poeti.
Ludmilla è la città dell'amicizia. Eppure ho sentito piangere la mia guida nella stanza accanto.
La città è così dedita al piacere altrui dall'aver dimenticato il proprio.
* ispirato alla struttura de "Le città invisibili" di Calvino
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