[Poesia] la fine è il soggetto




Vagano. Fuggono. Si nascondono sotto pieghe che non possono essere scoperte dall'ingenuo nè viste dal vigliacco.
Sono come luci lampeggianti di una autoambulanza. Intermittenti. Sfottori. Cinici. Giocosi.
Tutto fanno pur di prendere in giro la parola "voglio". E in loro c'è un sorriso.
Malefico. Benefico. Ai più stolti: indefinibile. Perchè nascondendosi fanno emergere
la crudezza della realtà. Che abbaglia, seria, sul suo trono.
Eppure si muovono con rumore mentre si vestono di ombre. Con voce rauca tentano di suggerirsi l'un
l'altro un "shhhh..".
Qual è il mezzo per scovarvi, per divertirmi con voi ?
Io non ne conosco altri oltre alla follia. Ma la follia è facile, rapida. Tutti l'hanno. Non si tratta
d'altro che darle un volto. Vorrei trovare un altro modo. Non necessariamente più semplice.
Sostanzialmente diverso. Non ho acutezza per udire i vostri suggerimenti nè saggezza per vedere
le briciole che mi lasciate per strada. Altri son giunti a raccoglierle. Prima di me, più veloci. Più nuovi.

Vi ritrovo chiari, numerosi, nudi, nella mia storia. Nel ricordo non avete luoghi dove celarvi. E in fondo vi ho scoperto così: piccoli. Le ombre ora vi danno forza, illusione. Potere. Ma non è sudore delle vostre mani. Quindi siate pure orgogliosi, altezzosi, stronzi. Io so chi siete. Siete nati nei cespugli del mio giardino, sui tabelloni di qualche gioco. Tra i palloni. Nell'attrito tra l'asfalto e la porta s'è formata una scintilla, un calore che ha iniziato la successione. Volate in cielo nei giorni d'estate. Ma non avete ali robuste: vi bagnate nel mare. Con sorriso innocente, fradici, starnutite.
Vi sento ora, mentre scrivo queste parole. Siete attorno a me. Uno, il più impaziente, è appoggiato sulla spalla e spia le parole ancora fresche di inchiostro.
Lascerò qui i miei fogli. Forse domani li avrete fatti sparire. Perché nei momenti delle grandi emozioni voi diventate amici. Mi curate. Mi cullate. Diventate ciò che vi rifiutate di essere: sogni.

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