[Life] tecniche di presentazione - parte 1


Una caratteristica che accomuna la maggior parte delle persone che hanno dovuto presentare un argomento davanti ad un pubblico è stata l'enfasi sul contenuto. Alcuni riferiscono l'inizio della presentazione come una fase tragica perchè scordano cosa dovevano dire. Quindi, riconcentrandosi su quanto preparato, hanno iniziato.


Quanto pesa il contenuto nella buona riuscita di una presentazione ?
Il 7 %, secondo i risultati dell'esperimento di Mehrabian.

La buona riuscita è dovuta, in larga misura, all'aspetto paraverbale (voce, tono, pause – 38 %) e non verbale (gestualità, spazi – 55 %).

Il corso ha esplorato diverse strategie che si possono adottare alternative al 'contenuto' per raggiungere l'obiettivo di una buona presentazione.

Non tutte le strategie sono sempre utili e vengono applicate con disinvoltura da ogni persona. L'importante è entrare in una ottica di sperimentazione: uscire dalla logica 'funziona, non funziona' per entrare in una logica 'quanto mi avvicina all'obiettivo e quanto mi allontata'.


Dopo una breve presentazione di ogni persona abbiamo già notato alcuni punti su cui intervenire:

  • ansia da inizio: ci si posiziona, si attende qualche secondo prima di iniziare, senza correre, sopratutto senza parlare prima che la platea abbia visto chi ha di fronte (a meno che non sia voluto!)

  • centratura: un piccolo esperimento ci ha aiutato ad assumere una posizione eretta e sicura. Immaginarsi un pallino del colore preferito sulla sommità del capo. Concentrarsi. Un altro prova a spostarti: ci riesce facilmente! Se si sposta questo pallino sotto l'ombelico ci si trova in uno stato più eretto, meno facile da spostare. Vero!

  • conclusione: i momenti di maggiore attenzione in una presentazione sono: l'inizio, in cui solitamente viene dato un credito al presentatore. La fine, perchè la platea si desta dal torpore e ascolta le conclusioni. Per ravvivare l'attenzione alla fine bisogna far capire chiaramente quando si sta per concludere. E' sufficiente dire: “per concludere” ..

    Odioso dire che si sta concludendo salvo poi non farlo: grave errore!

    Ci sono anche altri picchi di attenzione che possono essere ricreati con una operazione detta di 'rottura degli schemi': qualcosa di 'strano' ..una esperienza, un aneddoto, una pausa tragica, una domanda, un cambiamento di tono, uno spostamento da un'altra parte, un gesto non atteso...

  • motivazione: aiuta auto affermare che 'se sono io , qui, oggi, un motivo ci sarà'. Esempio: un signore ha indicato una bottiglia chiedendo: 'questo è la nostra migliore risorsa?' tutto il pubblico sta per dire: 'sì' poi risponde: 'no, sono loro', indicando omini stilizzati disegnati sulla lavagna.

  • gesti non gesti / parole non parole: i gesti sono utili nella comunicazione quando usati per rafforzare il contenuto . Esempi: allontanarci , muovendo away le mani, fare nostro, muovendo le mani verso il petto, decidere stringendo il pugno, noi-voi indicando ecc. Altri non sono funzionali. Anche parole come 'praticamente', 'cerchiamo' etc non sono funzionali. Odiosi gli 'eee' , 'mmm' .


Altra presentazione con queste tecniche in mente. Ora notiamo cose positive e negative :

- non sono stata sufficientemente chiara : magari è vero; più che ammetterlo, correggersi.

- non parlare coprendo la lavagna

+scrivere 'di lato' dalla lavagna, avendo cura di guardare il pubblico.

+scrivere bene ;-)

+esperienza personale raccontata con tono diverso, meno mono – tono col resto della presentazione

-dopo vi spiego perchè

-come tutti sapete

-uso di 'ma' e 'però' del tipo: “siete molto in gamba MA dobbiamo chiedervi ...” meglio: “siete molto in gamba e abbiamo l'opportunità di ...”


Abbiamo arricchito la presentazione con l'uso di alcune strategie. Ora non solo il contenuto è importante ma anche il processo.
In particolare, il processo è diventato una competenza consapevole. Applicato sempre più spesso diventerà una competenza inconsapevole, dove spiccherà la nostra personalità senza bisogno di pensare esplicitamente a quali tecniche usare.

Esempio dell'auto: un bambino ha una incompetenza inconsapevole: non sa di non sapere guidare un'auto. Cresciuto, diventa una incompetenza consapevole: ok, si può migliorare, andare a scuola guida. Presa la patente, si è in una fase di competenza consapevole: P attaccato all'auto: so guidare ma penso agli aspetti della guida. Con la ripetizione, diventa una competenza inconsapevole: non devo più pensare esplicitamente ai passi da eseguire. Con lo svantaggio che non mi riosservo più: è facile fermare il processo di miglioramento.

Qual è la causa maggiore dell'abbandono quando si tenta di passare da una competenza inconsapevole a una consapevole? Il sovraccarico di informazioni! In questo momento solo la convinzione e la motivazione ci aiutano.

Riassumendo: in una presentazione contano il contenuto (cosa), il processo (come – da preparare e pensare al pari del contenuto) e: l'obiettivo!

Nei momenti di difficoltà si può sempre tornare su uno di questi aspetti. Gli obiettivi piu comuni di una presentazione sono quelli di informare, intrattenere, motivare, insegnare.

Nella logica del raggiungimento dell'obiettivo entrano le classiche considerazioni, in questo contesto chiamate TOTE (test, operate, test, exit). Qual è la distanza tra la situazione attuale e l'obiettivo? Poi ciclo di applicazioni di strategie, raccolta feedback, metrica per capire se mi sono avvicinato o allontanato finchè non raggiungo. Meglio peggiorare che non andare avanti, per lo meno si ha feedback.


Tecnica utilissima: le ANCORE.

Una ancora è un fenomeno legato ad un altro semanticamente scorrelato. Esempio: una canzone che fa venire in mente una ragazza. Esempio d'uso: il venditore si posiziona a sx del palco imitando una persona triste e senza futuro, soverchiata dai suoi problemi finanziari. Poi su muove a dx, indicando una persona di successo. Tutto deve essere congruente. La persona felice ha una voce chiara, limpida, gesti ampi, aperti. Poi si posiziona in mezzo dicendo: volete essere così o così? indicando i due estremi. Le due posizioni sono ancore, che riportano alla mente ciò che si è settato in precedenza.

Le ancore vanno settate, ripresentandole un paio di volte, spiegando il significato del gesto con chiarezza. Fatto ciò bisogna avere fiducia nelle ancore settate e usarle, senza quindi ribadire il solito concetto.

Altro esempio: un venditore d'auto che chiede : quale marca era l'ultima auto che ha acquistato: A (mettendo le mani a destra) o B (mettendole a sx)? Dopo che ha risposto posiziona i depliant nel posto corrispondente all'auto acquistata nel passato.

Berlusconi che dice: 'c'è una italia libera ecc' avvicinando la mano verso il petto , 'e un'italia dei ladri...' allontanando l'altra mano verso il dietro.

Un informatico che presenta un prodotto. 2 lavagne a dx e sx. Inizia indicando un vantaggio, poi scrive gli svantaggi sull'altra lavagna, quindi, al termine, finisce di elencare i vantaggi. Poi afferma di aver presentato con imparzialità pregi/difetti del prodotto e di attendere la scelta del pubblico. Ha sfruttato i picchi di attenzione: inizio e fine con vantaggi e anche una ancora: alla fine lui parlava nei pressi della lavagna dei vantaggi, che erano l'ultima cosa guardata.

La voce può essere una ancora: lenta e profonda quando si esprimono concetti, rapida quando si elencano informazioni o esempi.




Nota sulle slide:

Lo speaker non deve essere di supporto alle slide ma viceversa. L'attenzione deve essere concentrata sullo speaker, che farà vedere o una mappa del discorso o i dati a seconda del caso. Se il pubblico dedica l'attenzione alle slide, spegnerle.

Anche l'ambiente deve risaltare, con la luce, lo speaker.



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