[Corte] Della vera falsità di Lucifero...il monaco Berengario




Da alcuni giorni mi sembra di vedere nel principe, che sempre non manca di confessare le sue colpe puntualmente, così come si addice ad un uomo del suo rango, i principi di un pensiero pericoloso - fin forse affascinante.

So che posso esprimermi liberamente in questo regno; è per questo motivo che son giunto qui abbandonando la mia lontana casa.
I miei pensieri trascorrono nelle rughe di Lucifero, il maledetto angelo dei Cieli.
Egli è odiato e portato come esempio di un essere impregnato nell'odio, in opposizione al Nostro Dio, signore dell'amore e del bene.

Immenso e benedetto, il suo passato fu al Suo cospetto, alla Sua destra.
Ma abbondonò il paradiso, la perfezione, per rincorrere i beni effimeri della Terra. Può tale gesto essere meditato oppure è già per sua natura aberrante ed empio?

Ho preferito meditare, forse palesando la mia empietà.

Sia il Nostro Dio un motore immobile, un vivo strumento di Bene o un orologiaio che ha toccato il pendolo inclinandolo, egli è comunque da noi visto come somma perfezione.
Egli decise di creare l'uomo, la vita, un essere finito e così fragile, incompleto.
Io penso che Lucifero abbia visto queste sue creature, le abbia perfino amate e tutt'ora sia così.
Ogni cosa in questo mondo riflette imparzialmente l'infinita bellezza di quell'altro: s'io fossi quel dannato, mi struggerei nell'ammirare l'ubriacone.
Nel vino ritrova una dipendenza vera e scellerata perchè mai sufficiente. Lassù saremo come ubriaconi, mai sazi e eternamente ebbri.

Ammiro i fiori, che muoiono in inverno e risplendono come sempre in una sciarada di colori d'estate. Nel giardio che Lassù coltiveremo ci saranno fiori sempre grossi, belli, robusti. Essi non si nutriranno con la linfa di un albero corrompibile né dell'acqua sporca che scorre sotto terra. Le loro radici saranno dirette al cielo e si nutriranno dell'amore stesso di Dio.

Ammiro l'amore più sporco e più depravato, perché ricerca nell'originalità e nella corruzione della carne un piacere che è per sua natura nascosto. Nell'al di là l'amore di Dio, che è infinito, si rifrarrà in tutti i nostri compagni e amici. Ogni segreto sarà così svelato, ogni scrigno aperto, ogni emozione estinta per dar posto alla sola estasi.

Guardo con avidità le gemme preziose, così celate nella terra e così rare. Lassù cadranno al posto delle gocce durante le pioggie, se mai ci saranno.

Gusto con gola i buoni cibi. Lassù i nostri stomaci potranno saziarsi di ogni prelibatezza. Ma non avremo più tale desiderio perché non avremo più né fame né sete d'altro dell'amore di Dio.

Lucifero ha ammirato la grandezza di Dio volgendo lo sguardo non più su Lui ma sulle Sue opere, che tutte riflettono la sua grandezza.
L'uomo - la sua più vivida immagine- vive di difficoltà e morte. Qualsiasi limite rimanda all'infinito. Qualsiasi peccato alla virtù.
Quell'angelo ha voluto vedere nello specchio. Ha avuto quella sensibilità rara dell'artista celebrando così la via della sofferenza, seguendo la strada più difficile: quella della decadenza.

Può essere che in fondo egli non sia altro che un astuto attore, che finge di promuovere il male solo per condurre altri uomini - i deboli, gli artisti, i poeti, gli esploratori - sulla strada del Signore?

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